HOMEMORE+ dall’idea al progetto esecutivo

Nell’ambito delle offerte formative del corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Ingegneria Edile-Architettura si organizza un workshop in Progettazione architettonica e urbana.

 

locandina bassa risoluzione_per pubblicazioneIl workshop prende origine dal progetto Homemore. Better living for Homeless – realizzato dal DICII-Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica assieme a BuildAChange e alla Comunità di Sant’Egidio – in cui 40 studenti del corso di Laboratorio di Composizione Architettonica 1 hanno ideato soluzioni architettoniche al problema residenziale dei senzatetto e al loro reinserimento nella realtà sociale ed economica della città di Roma. e il loro lavoro ha portato alla creazione di 4 progetti.

Per ulteriori info su Homemore, consulta il sito d’ateneo e il sito del DICII

Riservato agli studenti del corso di:

  • Ingegneria Edile-Architettura IV e V anno
  • Ingegneria e Tecniche del Costruire
  • Neo laureati

 

Requisiti: il workshop si rivolge esclusivamente agli studenti che hanno già svolto e superato l’esame di Composizione architettonica 3.

Esclusione: studenti iscritti al I- II-III anno.

Criteri di selezione: il workshop prevede la partecipazione di massimo 12 studenti. Si applica il metodo della lista chiusa a conseguimento del tetto stabilito, più altri 2 nominativi in caso di rinuncia degli aventi diritto.

Crediti Formativi: vengono riconosciuti 1 CF

Iscrizione: dal giorno 8 giugno ore 9:00 al giorno 15 giugno ore 12:00 nel Laboratorio di Progettazione architettonica (piano terra edificio Dipartimento di Ingneria Civile)

Durata e svolgimento: il workshop avrà inizio il giorno 15 giugno alle ore 14:30, si conluderà il giorno 27 giugno, e si svolgerà con cadenza settimanale nel Laboratorio di Progettazione architettonica.

Interverrano al workshop il Prof. Luigi Ramazzotti e la Prof.ssa Zila Rinaldi

Prof.ssa Antonella Falzetti falzetti@ing.uniroma2.it 0672597069

  

 

 

Una vigna da curare? Che Liber ci aiuti!

logo1Cinque ragazzi iscritti all’ultimo anno della magistrale in Ingegneria Informatica dell’Università di Roma Tor Vergata hanno vinto il primo premio nell’ultima edizione del contest italiano di ICSE 2015 – SCORE-it 2015, nell’ambito della più prestigiosa conferenza internazionale di Ingegneria del software. Vincente è stato il loro Liber, un sistema che permette il monitoraggio, la cura e la valorizzazione dei vigneti, da remoto.

Cosa fa Liber
Liber, chiamato anche Liber Pater, era l’antico dio italico della fecondità, del vino e della sfrenatezza. Oggi Liber è un sistema pro-attivo che sfrutta l’Internet of Things, ovvero i dati raccolti da reti di sensori installate nei vigneti, e li interpreta, fornendo supporto al vignaiolo – il Winemaker – con il controllo da remoto dei parametri essenziali (temperatura, umidità, ecc) e allertandolo in caso di alta probabilità di eventi critici.
In questo modo Liber aiuta nel monitoraggio degli agenti inquinanti dell’aria; tiene sotto controllo il tasso di umidità del suolo e quindi aiuta nell’irrigazione automatica; allerta il vignaiolo in caso di probabili gelate dal momento che è in contatto con i motori di ricerca meteo e aiuta anche nella gestione degli eventi calamitosi, come le micidiali grandinate o delle malattie della vite, come la peronospera, favorite da determinati fattori ambientali. Liber quindi si propone come promotore di uno sviluppo eco-sostenibile, consentendo la gestione quanto più possibile ingegnerizzata della coltura della vigna e puntando al risparmio di energia, acqua, ecc

Cosa ne pensano gli inventoriPremiazione_low
“Il mondo del vino è di primaria importanza da un punto di vista sociale, culturale ed economico – hanno detto i giovani protagonisti Michele Coppola, Andrea Di Lonardo, Luca Fanelli, Giulio Montenero, Luca Paoli – E anche Ernest Hemingway asseriva che «Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo». Rispetto al pensiero di Hemingway abbiamo cercato di fare un passo ulteriore per trasferire tutta l’importanza anche alla vigna e al lavoro che si svolge in essa. Parafrasando il pensiero di Hemingway si giunge all’idea che la vigna, e non solo il vino, sia in realtà “il maggior segno di civiltà nel mondo”. Forti di questa idea siamo arrivati a immaginare, e successivamente a implementare, Liber”. “Il sistema Liber percorre due strade parallele: da una parte si offre di supportare il lavoro del Winemaker, dall’altra si pone l’obiettivo di arricchire la conoscenza riguardo i vigneti da parte del consumatore del prodotto finale, in modo tale da acquisire maggiore consapevolezza riguardo la storia, i problemi, le risorse e le peculiarità della vigna che lo ha prodotto”.

Gli step successivi
Ai ragazzi manca la parte finale del progetto, ovvero la prova nella vigna: “Il prototipo non è stato testato in un ambiente reale bensì in un ambiente simulato – hanno sottolineato i ragazzi – Come possibile sviluppo futuro, prevediamo la possibilità di sperimentare il sistema in un vigneto reale, proponendo come obiettivo finale quello di migliorare la qualità e la quantità del raccolto”. Per loro un’importante implicazione sociale consiste nell’uso di dati aggregati e nel tracciamento della storia dei vigneti: “In questo modo è possibile, dal punto di vista del Winemaker, promuovere politiche volte alla valorizzazione del territorio agricolo e, dal punto di vista del consumatore, svolgere autonomamente il controllo del prodotto finale”.
I tutor che li hanno accompagnati sono stati il prof. Giovanni Cantone, il prof Vincenzo Grassi e Fabio Armani, Sr Lean Agile coach. “Gli attori sono stati essenzialmente loro” ha rivelato il prof. Grassi, mentre Armani ha sottolineato l’imprenditorialità del gruppo di ragazzi: “ mi è piaciuto tantissimo lo spirito del team e la loro capacità di abbattere la barriera tra chi decide cosa fare e chi la fa: una vera start-up”.

Torretta Thyrsum_lowLa tecnologia usata
Liber è stato sviluppato seguendo la metodologia Agile, adattata a un contesto universitario. In particolare, è stato utilizzato Scrum come framework di sviluppo del software. Liber adotta l’architettura tipica di un’applicazione web e la metodologia è Object Oriented, con impiego sistematico del pattern Model View Controller. Per modellare la comunicazione con gli attori, la configurazione e la persistenza dei dati, Liber impiega lo stack protocollare MEAN, mentre per l’allineamento delle versioni dei diversi membri del team è stato utilizzato Git. Per la realizzazione del prototipo presentato durante la competizione, è stata utilizzato un modello di torretta chiamato Tirso (il nome deriva dal bastone sacro del dio Liber). Il Tirso contiene al suo interno un Arduino Uno collegato a sua volta a due sensori che rilevano la temperatura, l’umidità dell’aria e umidità del suolo. I dati raccolti dal sensore vengono trasmessi ad un server locale mediante il protocollo Bluetooth; il server a sua volta invia i dati in rete per la visualizzazione di grafici e l’implementazione dei servizi offerti dal sistema. Per la sperimentazione sul campo invece si prevede un tipo di rete di sensori più complessa, facendo uso di Raspberry come server locale e del protocollo ZigBee, scelto per le sue caratteristiche di risparmio energetico e per l’ampia area che può coprire.
Per ulteriori info
International Conference on Software Engineering – ICSE 2015
SCORE-it 2015 – Italian Student COntest in softwaRe Engineering

di Sabina Simeone @sabinasimeone