ANSA, 2/10/2015 – Pesci robot contro acqua alta a Venezia –

Tecnologia Enea, droni sottomarini sorveglieranno anche il Mose

(ANSA) – ROMA, 2 OTT – Si comportano come dei pesci robot con l’obiettivo di difendere Venezia dall’acqua alta, proteggere il patrimonio storico-artistico e controllare i fondali. E’ lo sciame di droni sottomarini, chiamati ‘Venus Swarm’, che sorveglieranno anche il Mose. La tecnologia, messa a punto dall’Enea e dall’università di Roma Tor Vergata e presentata all’Expo Venice, utilizza decine di droni a distanza di pochi metri tra loro. Ogni robot costituisce un sistema wireless sottomarino. “Venus è l’elemento base di un sistema a sciame composto da più veicoli cooperanti e coordinati, ed è il risultato di anni di studi dei laboratori di robotica – spiega Vincenzo Nanni dell’Enea – una linea di ricerca che prende spunto dall’imitazione delle forme di aggregazione animale e dell’intelligenza di gruppo”. Lo ‘sciame’ utilizza suono e luce per comunicare: il sistema ottico permette di trasmettere una grande quantità di informazioni ma solo in acque molto pulite e a brevi distanze; il sistema acustico ha minori prestazioni ma è utilizzabile in acque ‘sporche’.
Il lavoro dei pesci-robot punta alla sorveglianza delle strutture in mare come piattaforme petrolifere, gasdotti e porti, ma anche i soccorsi per la gestione dei flussi migratori in mare, la salvaguardia della biodiversità sottomarina, il controllo dell’inquinamento e il rilevamento di reperti archeologici. In futuro, la collaborazione tra Enea e Tor Vergata mira a realizzare una vera e propria ‘autostrada’ digitale sottomarina, grazie all’impiego della tecnologia ‘ibrida’ con il miglioramento del ‘dialogo’ tra robot e lo scambio di informazioni verso la superficie.

 

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Gli sciami densi: robot sottomarini che si comportano come esseri in natura

di Sabina Simeone @sabinasimeone

I robot comunicano tra loro, si muovono insieme, evitano gli ostacoli. Sono progettati per il monitoraggio ambientale, l’ispezione di scafi, la sicurezza, l’oceanografia e archeologia sub.

Gli studiosi Silvello Betti dell’università di Roma Tor Vergata e Vincenzo Nanni dell’Enea, impegnati nello studio delle reti di comunicazione sottomarine ad alte prestazioni per sciami densi di robot, hanno preso parte al seminario “Le tecnologie di comunicazione a tutela delle acque marine ed interne: ricerca ed attualità” del Ministero dello Sviluppo Economico, che si è tenuto questa mattina al Padiglione Aquae di Expo Venice 2015.

Il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Università di Roma Tor Vergata collabora da tempo con il Laboratorio di Robotica dell’ENEA per lo sviluppo di nuove tecnologie sottomarine di monitoraggio e controllo delle acque costiere e oceaniche. I robot comunicano tra loro, si muovono insieme, avvertono ed evitano gli ostacoli. Sono progettati per il monitoraggio ambientale, l’ispezione di scafi, la sicurezza, l’oceanografia e archeologia sub.

Il prototipo di robot si chiama Venus e forma lo sciame assieme ai suoi simili: uno sciame è tale dalle 10 unità in su. Raggiunge la profondità massima di 100 metri, pesa 50 kg e raggiunge la velocità di 2 nodi. La sua autonomia di lavoro è di circa 3 ore.

“I sistemi di comunicazione wireless sottomarini rivestono un’importanza particolare in relazione alla necessità di coordinare il comportamento degli sciami di robot – ha sottolineato il prof. Betti – La rete deve essere infatti caratterizzata da prestazioni molto superiori a quelle consentite dai modem acustici attualmente disponibili, che sono stati pensati per collegare unità di superficie con singoli scafi immersi a distanze che possono raggiungere anche alcuni chilometri, e per tale motivo è stato sviluppato un sistema specializzato molto avanzato, lo SWAN-SAR (SWArm Networking – Short Acoustic Range), attualmente in fase di collaudo”.

“Il canale acustico, per quanto sfruttato su frequenze molto più elevate di quelle usuali, grazie alla ridotta distanza tra i robot che navigano a pochi metri di distanza uno dall’altro, non rappresenta tuttavia l’unica tematica di telecomunicazioni su cui si sta lavorando in questo ambito e il team di ricerca si è orientato verso lo sviluppo, attualmente in corso, di un sistema ibrido, multicanale (ottico e acustico), che sfrutta la stretta sinergia tra i canali fisici utilizzati e, di nuovo, la ridotta distanza. Queste condizioni consentono infatti la propagazione del segnale ottico mediante il sistema SWAN-OTR (SWArm Networking – Optical Transmitter Receiver), anche in virtù del rapido miglioramento delle prestazioni e dell’efficienza di emissione dei dispositivi optoelettronici.

Grazie all’impiego della tecnologia ibrida e a protocolli di comunicazione molto sofisticati, si prevede di ottenere delle prestazioni che potranno raggiungere valori di megabit/sec sia all’interno dello sciame che verso la superficie.

L’impiego di sciami di AUV (robot denominati Autonomous Underwater Vehicles) nel controllo e nell’ispezione dei fondali di zone costiere e di acque oceaniche offre grandissimi vantaggi rispetto all’utilizzo di sistemi robotici singoli e sofisticati, ma molto costosi, e stimola la risoluzione di problemi di progettazione che sono, in parte, obiettivi di ricerca.

ENEA e Università di Roma Tor Vergata stanno quindi lavorando a un caso particolare di sciame robotico che è stato chiamato sciame denso: in questo caso i singoli robot, o nodi di una rete, si trovano a distanze di metri o decine di metri tra di loro rispetto alle centinaia di metri che sono la distanza tipica delle attuali applicazioni robotiche. Ciò introduce degli elementi addizionali nella realizzazione dei sistemi di controllo e telecomunicazione grazie alla disponibilità di canali di comunicazione fisici più affidabili e più veloci rispetto ai casi tradizionali.

Le applicazioni degli sciami densi spaziano dal controllo dell’ecologia dei sistemi marini, che può essere effettuato con elevato livello di dettaglio proprio per le caratteristiche degli sciami stessi, fino alla sorveglianza di infrastrutture sensibili.

Un ulteriore ambito verso il quale il laboratorio sta svolgendo studi preliminari vista la potenzialità del sistema è relativo alla cosiddetta tematica del “search and rescue” che potrebbe essere di grande utilità in relazione agli attuali problemi nella gestione dei flussi migratori sul mare.

Per quanto riguarda poi gli aspetti legati alla vita marina e al suo utilizzo anche in termini di alimentazione umana, ENEA e Università di Roma Tor Vergata stanno inoltre preparando congiuntamente una proposta di progetto europeo per lo studio dell’interazione tra sistemi robotici e banchi di pesci anche nell’ottica del miglioramento delle condizioni di salute e di benessere generale degli allevamenti di itticoltura.

Mississippi State University e Università di Roma Tor Vergata: l’internazionalizzazione prosegue

Da dx, il rettore prof. Giuseppe Novelli, Dr. David Shaw VP alla Ricerca ed allo Sviluppo e Dr. Jim West Dean del College of Architecture Art-Design
Da dx, il rettore prof. Giuseppe Novelli, Dr. David Shaw VP alla Ricerca ed allo Sviluppo e Dr. Jim West Dean del College of Architecture Art-Design

Mississippi State University e Università di Roma Tor Vergata si sono incontrate lo scorso 8 settembre, alla presenza del Rettore prof. Giuseppe Novelli, nella Macroarea di Ingegneria.

Un incontro ad alto livello che ha visto confrontarsi la governance delle due istituzioni accademiche.

Per la Mississippi State University erano presenti Dr. David Shaw, vice-presidente MSU, che si occupa di ricerca e innovazione; Dr. Jon Rezek, direttore dell’International Institute; Dr. James West, preside del College of Architecture, Art and Desing; Dr. James Warnok, Associate Dean for Research del College of Engineering.

Per l’Università di Roma Tor Vergata, la numerosa delegazione italiana, guidata dal Rettore prof. Giuseppe Novelli, comprendeva il prorettore per la Terza Missione prof. Maurizio Talamo; il delegato alle relazioni e ai rapporti internazionali, prof. Gustavo Piga; il coordinatore della Macroarea di Ingegneria prof. Giovanni Schiavon e numerosi professori provenienti dalle Macroaree di Economia, Ingegneria, Lettere, Medicina, Scienze. L’ufficio per le Relazioni Internazionali era rappresentato da Dr. Francesca Dominici e Dr. Damiano Pinnacchio.

Il nostro ateneo e la MSU sono già legate sin dallo scorso aprile da una convenzione per lo scambio di studenti, docenti e ricercatori. Lo scorso 8 settembre, le delegazioni dei due atenei si sono sedute attorno a un tavolo per presentare i loro campi di ricerca e di innovazione ed esplorare assieme nuove aree di collaborazione. Che esistono e sono interdisciplinari.

Secondo la presentazione di David Shaw gli interessi dell’università del Mississippi sono focalizzati su temi assai interessanti. Si parte della genomica, il biocomputing e le biotecnologie: in questo campo MSU è punto di riferimento dell’US Department of Agriculture. Seguono le Social Sciences con attenzione alle dimensioni sociali della salute pubblica. Estremamente importante è la ricerca nei sistemi ingegnerizzati che vede l’ateneo statunitense e il suo ERDC – Engineer Research and Development Center lavorare fianco a fianco con il Department of Defence anche nel supercomputing. Sono sviluppati anche modelli e simulazioni sia per la difesa sia per scopi commerciali come i trasporti e l’aerospaziale.

Oltre alle scienze mediche e alle tecnologie la MSU ritiene cruciale la collaborazione con il nostro ateneo anche in settori quali l’archeologia e l’architettura. Il Cobb Institute of Archeology sta attualmente lavorando in un sito in Israele e guarda con profondo interesse a una collaborazione con Roma. Allo stesso modo il College of Architecture, Art and Design ha un programma corposo che spazia dal management al design architettonico e di costruzione.

L’incontro si è svolto in un clima di grande cordialità e ha già dato modo di identificare interessanti ambiti di collaborazione.

Una collaborazione tra i due atenei favorita dalla complementarità degli interessi di ricerca e assai indicata per sviluppare una multidisciplinarietà che valorizzi tutte le aree di ricerca del nostro ateneo. All’insegna di un processo di internazionalizzazione già avviato.

Chiusura estiva della nuova area didattica di Ingegneria

Si avvisa che da giovedì 6 agosto 2015 a sabato 29 agosto 2015 resterà chiusa la “nuova area didattica” di Ingegneria.
Sale lettura e spazi di studio saranno comunque accessibili presso la vecchia struttura.
Tale chiusura consentirà di ridurre i consumi energetici e, pertanto, di migliorare l’impronta ambientale del Campus in accordo con il Piano di Sostenibilità dell’Ateneo.

La fase finale del Solar Decathlon 2015 è solo questione di STILE

di Sabina Simeone @sabinasimeone

SOLAR DECATHLON 2015 è finita: vince Stevens

20 ottobre 2015

I ragazzi italiani di STILE e i prof. Stefano Cordiner e Vincenzo Mulone

Si è conclusa con la premiazione del contest Engineering domenica 18 ottobre l’ultima fase di Solar Decathlon 2015: tra tutte le 14 case in gara ha totalizzato il punteggio maggiore SURE HOUSE dello Stevens Institute of Technology, New Jersey, USA.

SCORE FINALE

I progetti infatti hanno gareggiato per dieci – decathlon – aspetti che i giudici hanno vagliato. La votazione e/o la misura di ciascun aspetto ha portato al punteggio totale.

  • appeal di mercato
  • ingegnerizzazione
  • piano di comunicazione
  • costo complessivo
  • comfort termico
  • presenza di elettrodomestici
  • comodità d’uso
  • possibilità di alloggiare e alimentare un’autovettura elettrica
  • bilancio energetico

score stileSTILE il progetto di West Virginia University e Università di Roma Tor Vergata è arrivata al 12 posto, totalizzando 732.362 punti in totale. Ecco la tabella dei risultati per la valutazione di STILE:

Un dodicesimo posto assai combattuto, con il contest della spendibilità sul mercato piuttosto penalizzante.
Va detto tuttavia che nella votazione popolare Solar Decathlon 2015 FAN FAVORITE  STILE ha sbaragliato gli altri concorrenti, sovrastando tutti con 150.403 voti!

FAN FAVORITE

Che ne pensano i protagonisti? Ricordiamoli. Sono Stefania Rossi (team leader), Giovanni Consiglio,
 Andrea Di Nezio,
 Elisa Roncaccia,
 Flavio Martella, 
Damiano Raparelli,
 Tiziana Costanzo, Ambra Guglietti,
 Marco Napolitano, Pierfrancesco Italia.

“In ogni caso, siamo arrivati 12esimi nella classifica finale – sottolineano i ragazzi – ma va anche detto che eravamo l’unico team composto e guidato interamente da soli studenti”. “Siamo risultati primi nel contest del Commuting (guidare la macchina elettrica caricata dall’energia prodotta dalla casa). Domani (lunedì 19, ndr) vengono chiuse le votazioni del Fan Favourite e giudicando il numero dei nostri like… abbiamo vinto!”

STEFANIA ROSSI
È incredibile pensare che è giunta la fine di questo fantastico progetto iniziato più di 2 anni fa, quando ancora ingenui, ma con tanta voglia di fare ed apprendere disegnavamo i primi schizzi del nostro arco. Oggi siamo qui, in California, dove possiamo vedere dal vivo il nostro piccolo gioiellino, che non è più su un pezzo di carta ma è diventato realtà; e la più grande soddisfazione è data dal sapere che è stato realizzato da noi, con le nostre mani, il nostro sudore e la nostra grinta. Non è stato facile, siamo arrivati a luglio in West Virginia senza alcuna esperienza nel campo della costruzione, ma giorno dopo giorno con la nostra immensa voglia di imparare e con l’obbiettivo comune e l’ambizione di voler vedere la nostra casa realizzata abbiamo imparato ad utilizzare nuovi attrezzi, applicare nuovi metodi costruttivi e trovare da soli le soluzioni quando ci si presentavano davanti problemi.

Le poche ore di sonno, il non aver tempo di svago, la stanchezza fisica ed emotiva sono stati messi da parte nel momento in cui la casa è stata completata, lasciando posto a tanta felicità e soddisfazione… ce l’abbiamo fatta!

Penso che non ci sia definizione migliore per questa avventura che quella suggerita dall’acronimo del nome della nostra casa, ovvero, una “Learning Experience”, esperienza non solo lavorativa e professionale ma anche di collaborazione, umana e personale.

AMBRA GUGLIETTI
La definirei un’esperienza molto intensa, sia dal punto di vista professionale che personale. La costruzione in competizione ci ha messo a dura prova, ma la soddisfazione di vedere la casa finita dopo soli 9 giorni ha ripagato tutto il sonno perso e la fatica!

<in aggiornamento, con i nuovi commenti…>


#STILEhouse supera 100mila Like!

inhabitat.com14 ottobre 2015

La votazione online organizzata dall’US Department of Energy sembra andare a gonfie vele: STILE supera quota 100mila preferenze! Si può votare fino al 18 ottobre.

Il weblog Inhabitat.com, che si occupa di ambiente e architettura, pubblica una magnifica galleria di immagini di STILE con interni ed esterni, completamente finita. E i visitatori non si sono fatti attendere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Solar Decathlon 2015: la vera sfida è iniziata. Anche con il televoto

9 ottobre 2015

 

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La casa è costruita. STILEhouse è in piedi con il suo arco elegante, nell’Orange County Great Park, Irvine, California, sede della competizione Solar Decathlon 2015 indetta dallo US Department of Energy.

E le 14 case eco-sostenibili costruite dagli studenti delle università statunitensi – dell’Università di Roma Tor Vergata, che partecipa in team con la West Virginia University – costituiscono un villaggio green e altamente tecnologico.

Il team di STILE
Un selfie con alcuni ragazi del team di STILE

STILE, la casa che unisce importante tecnologia ingegneristica con il plus del design italiano, adotta soluzioni strategiche per rispondere ai requisiti imposti dal dipartimento statunitense. STILE come le altre case in gara sarà giudicata sotto 10 aspetti.

È veramente un decathlon:

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  • architettura,
  • appeal di mercato,
  • ingegnerizzazione,
  • piano di comunicazione,
  • costo complessivo,
  • comfort termico,
  • presenza di elettrodomestici,
  • comodità d’uso,
  • possibilità di alloggiare e alimentare un’autovettura elettrica,
  • bilancio energetico.

A giudicare è un’équipe formata da professionisti, tecnici e scienziati che dall’8 al 18 ottobre studia e misura le prestazioni delle case costruite in termini di vivibilità, accessibilità ed efficienza.

Il Solar Decathlon Village è inoltre aperto al pubblico e le previsioni di affluenza sono rosee: nell’edizione del 2013, secondo gli organizzatori, ci sono stati oltre 60mila visitatori.low IMAG0520

Ecco come arrivare all’Orange County Great Park.

Così, al Lotto 206, STILE accoglie gli ospiti.

E sul web, STILE aspetta i nostri voti!

 

 


Messa la casa in valigia, si parte (e si arriva)

28 settembre 2015

C’è voluta quasi una settimana per preparare le valigie. O meglio per impacchettare la casa STILE e spedirla dalla West Virginia fino in California, Irvine, Orange County, sede della Solar Decathlon 2015, su trasporto gommato.

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“Il pre-assemblaggio qui è completo, tranne alcune finiture del core su cui stiamo ancora lavorando. Sabato 19 abbiamo iniziato a smontare, e grazie all’intelligente modularità della casa questa operazione è stata abbastanza veloce!
 Ora stiamo organizzando tutto il materiale, posizionandolo in un preciso ordine sopra le basi dei container che mercoledì 23 verranno caricate sui trucks e spedite in California!
 Noi ragazzi partiamo da qui il 26”: il diario di bordo di Stefania Rossi, student lead della squadra italiana è parla chiaro. Guarda la fasi del montaggio qui e qui.

Il 23 al tramonto tutto era sul camion in partenza, destinazione California.
E dopo tre giorni anche i ragazzi erano sull’aereo. Fino ad arrivare alla West Coast, pronti per il nuovo lavoro!

la squadra in partenza la squadra in californiail percorso


 

La costruzione di STILE è in progress

7 settembre 2015 IMAG0286 low

A Morgantown, West Virginia (USA), la squadra dei 30 ragazzi di #STILEhouse provenienti da West Virginia University e dall’Università di Roma Tor Vergata è all’opera: si tratta di costruire ora la maggior parte della casa, tranne le grandi vetrate – “verranno i tecnici di askeen ad aiutarci in California” hanno detto i ragazzi, facendo riferimento a uno degli sponsor del progetto -, gli arredi e le finiture, il deck e i pannelli di rivestimento esterno – di quest’untimi due se ne assemblerà solo una piccola parte per fare una prova – prima di trasferirsi in California il 27 settembre per partecipare alla competizione Solar Decathlon 2015.

Dall’8 al 18 ottobre, avrà luogo infatti la finale tra le 17 squadre delle varie università degli Stati Uniti che partecipano alla questa gara di Decathlon ‘solare’ dedicato a progetti di case pensate – e realmente costruite – per funzionare grazie all’energia pulita del Sole. Una sfida verde quindi, legata però anche all’innovazione e al design.

Le case saranno giudicate sotto 10 aspetti: gareggeranno per l’architettura, l’appeal di mercato, l’ingegnerizzazione, il piano di comunicazione, il costo complessivo, il comfort termico, la presenza di elettrodomestici, la comodità d’uso, la possibilità di alloggiare e alimentare un’autovettura elettrica, il bilancio energetico.

In questi giorni i ragazzi stanno costruendo le parti principali della casa tecnologica: “In California avremo solo 8 giorni e mezzo per assemblare la casa quindi il pre-assemblaggio è fondamentale – spiega Stefania Rossi, team leader dei ragazzi italiani – Qui vengono costruite soprattutto le parti che rimangono intatte, come per esempio tutta la struttura del core, che arriverà in California già pronta, e i grandi elementi della casa soprattutto quelli da cui dipendono le misure di altri componenti, come per esempio i moduli del tetto”. “L’intelligente e studiata modularità della casa ci permetterà di assemblare di nuovo tutto molto velocemente – afferma la studentessa – Inoltre verranno anche fatti alcuni test per verificare il funzionamento di alcuni impianti”.

Quindi STILE, la casa innovativa che unisce design italiano e appalachiano, verrà trasportata in California con 4 trucks per il trasporto di container, sui quali vengono agganciate le basi dei container che fungono da sottostruttura del box-casa. Dopo un viaggio di qualche giorno, tutto arriverà nella Orange County Great Park in Irvine, California, in vista della competizione finale, dove sarà realizzato il montaggio definitivo.

Il team di STILE chiede aiuto a tutti e con il crowfounding possiamo aiutarli!

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Ma entriamo più nel dettaglio delle caratteristiche di STILE.

Unità abitativa

Superficie: 74 mq (parte abitativa) + 6 mq (sala macchine)=80 mq

Il box abitativo è diviso in due parti distinte e ben specializzate. Lungo il lato nord, in cui l’esposizione richiede maggiore chiusura rispetto agli altri lati per isolare ed evitare dispersioni termiche, si è operato collocando una parete pressoché piena, al di là della quale sono posti tutti gli ambienti più funzionali e specializzati della casa; bagno, cucina, camera da letto e sala impianti sono tutti raggruppati in un sotto-volume compatto.

La restante parte consiste in un unico ambiente destinato a ingresso, zona pranzo e area relax: tutto ciò, infatti, risulta unito in un solo grande openspace circondato nella sua interezza da ampie pareti vetrate. (Pareti est e ovest scorrevoli, sud fisse)

Materiali Vetro finestre:
Triplo vetro con argon
Superficie totale di circa 45mq

Isolante pareti:
Recycled denim ins (R = 3.6-4 per inch) [indumenti di jeans riciclati]
Polyiso foam board (R=6.4 per inch) e Fiberglass ecotouch (R=30) nel soffitto (isolante a base di fibre di vetro)

Struttura portante:
acciaio

Pavimentazioni
legno sia per interno che per esterno

 

Caratteristiche tecniche e soluzioni adottate

Arco “tecnologico”
Vi alloggiano i 36 pannelli solari da 280W Mono sufficienti a produrre 10 KW e che quindi soddisfano il fabbisogno energetico della casa e i brise soleil per favorire l’ombreggiamento della casa aumentandone l’efficienza energetica dell’intera casa e del camino solare. L’arco sovrasta la casa e va a formare un piccolo patio antistante il soggiorno sul quale la presenza di copertura superiore produce effetti di ombreggiatura e riparo.

Camino solare
Il camino solare è un elemento della casa che permette di implementare un semplice sistema di ventilazione naturale. Attraverso le bocchette poste nella parte bassa della casa, in corrispondenza della sala/open space nelle pareti est e ovest, e in corrispondenza della camera da letto nella parete nord, l’aria fresca fa il suo ingresso nella casa. Il camino è stato posto in modo da ricevere i raggi solari durante la giornata e in tal modo è in grado di riscaldarsi e assorbire calore, grazie al materiale ad alta capacità termica di cui è fatto internamente.

Riscaldandosi, il camino è in grado di attivare un flusso d’aria calda che dal basso viene tirata verso l’alto, essendo meno densa e quindi più leggera; allo stesso tempo l’aria fredda tende a scendere in quanto più densa. Con tale differenza di densità si crea una convezione naturale e si riesce a raffrescare naturalmente la casa.

Per una migliore integrazione tra arco e camino è stato pensato di inserire il camino all’interno del solaio della casa, sviluppandolo esternamente con un elemento a forma di tronco di cono con copertura in materiale trasparente, in modo da ottenere un doppio beneficio: lo sviluppo in altezza aiuta il tiraggio del camino, mentre la trasparenza permette il passaggio dei raggi solari che illuminano naturalmente la sala.

La sezione del camino utilizzata è di 0.43mq quella di ingresso dell’aria e di 0.33mq quella di uscita, quindi ha una forma troncopiramidale, con un’altezza di 0.62m.

Green wall
Situato a nord per aumentare l’isolamento e quindi diminuire le dispersioni energetiche e migliorare, grazie al beneficio delle piante, il microclima circostante.

Sistema di ventilazione
Il sistema di ventilazione della casa è costituito da ventilazione naturale e ventilazione meccanica (HVAC) integrate in un sistema di hybrid ventilation control, cioè un sistema che permette automaticamente in base alle condizioni termiche interne ed esterne di stabilire quale delle due ventilazioni attivare e risparmiare così energia.

Ad esempio, se fuori l’aria è fresca e dentro si è accumulato calore durante il giorno, è meglio attivare il camino solare, aprire le bocchette far entrare l’aria fresca e far uscire dal camino quella calda. Ma se fuori fa caldo è meglio attivare la ventilazione meccanica e quindi i condizionatori.

 

Ecco una breve gallery delle prime fasi della costruzione di STILE a Morgantown.


La fase finale del Solar Decathlon 2015 è solo questione di STILE

STILE

3 agosto 2015

I protagonisti
L’università di Roma Tor Vergata partecipa al Solar Decathlon 2015 assieme alla West Virginia University – USA.
La competizione, proposta per la prima volta nel 2002 dal Dipartimento di Energia degli Stati Uniti, accoglie tutti i team universitari che, provenienti da tutto il mondo, vogliono cimentarsi nella progettazione di una casa tecnologica, efficiente e autosufficiente, in cui la massimizzazione delle prestazioni energetiche si raggiunga mediante l’utilizzo dell’energia solare. Dall’applicazione e lo studio di nuove tecnologie nascono quindi idee progettuali che divengono impulso per lo sviluppo del futuro.

Ecco le regole del SOLAR DECATHLON

STILE Kick-Off Day, il 29 luglio 2015, West Virginia University, Morgantown – USA. A sx il coordinatore del progetto prof. Stefano Cordiner e Sharrafti Kuzmar, la team leader degli studenti americani; primo da destra, l’Attaché Scientifico dell’Ambasciata d’Italia a Washington dott. Giulio Busulini; seconda da dx, Stefania Rossi, team leader degli studenti italiani; al centro prof. E. Gordon Gee, president of West Virginia University, e il preside di WVU College of Engineering and Mineral Resources, prof. Eugene V. Cilento

Cosa costruiscono:
Dalla collaborazione tra le due università è nata STILE, progetto che come suggerisce il nome stesso cerca di combinare aspetti fondamentali per la competizione Solar Decathlon: sostenibilità energetica attraverso soluzioni innovative e un’estetica semplice ma raffinata.
Il concept si basa sulla contrapposizione formale tra i due elementi che compongono la casa: un box abitativo dalla volumetria chiara e una copertura, sviluppata come elaborazione della forma archetipica dell’arco, elemento fondante dell’architettura romana classica.

Guarda il video di STILE

Chi sono i protagonisti italiani:

Gli studenti
Stefania Rossi (team leader degli studenti di Roma Tor Vergata)
Team Ing. Edile-Architettura: Giovanni Consiglio, Andrea Di Nezio, Nico Agnoli, Iacopo Carinci, Elisa Roncaccia, Flavio Martella, Damiano Raparelli, Tiziana Costanzo
Team Ing. Energetica: Ambra Guglietti, Alessandro Zonfrilli, Lucrezia Alfonsi, Simone Pretolani, Marco Napolitano, Dario Atzori.
Economia e managment: Francesco Silicani, Daniele Lanza, Giorgio Milita, Pierfrancesco Italia

I professori coinvolti:
Stefano Cordiner, coordinatore
Vincenzo Mulone, student advisor, impianti e ventilazione
Cristina Cornaro, fisica tecnica ambientale ed energetica
Luigi Ramazzotti, composizione e parte progettuale
Zila Rinaldi, parte strutturale

La fase 2 del progetto, ovvero riuscire ad arrivare in finale, si è concretizzata: 10 studenti del team italiano sono volati il 15 luglio scorso a Morgantown, sede della West Virginia University – USA.

STILE CAKEE il 29 luglio c’è stata la celebrazione del Project Kick-Off: insomma, qui si va in finale!

 

La costruzione
Con il Kick-off si comincia la prima costruzione della casa negli USA. In aprile 2015 è cominciata la costruzione in Italia e infine a settembre, il 27, ci sarà la costruzione in California., nella Orange County. La competizione finale sarà dall’8 al 18 ottobre 2015.

Dicono i protagonisti

Stefania Rossi: il 15 luglio siamo volati a Morgantown! Sono 10 gli italiani che fanno parte della squadra che monterà la casa in California: Stefania Rossi, Giovanni Consiglio,
 Andrea Di Nezio,
 Elisa Roncaccia,
 Flavio Martella, 
Damiano Raparelli,
 Tiziana Costanzo, Ambra Guglietti,
 Marco Napolitano, Pierfrancesco Italia. Gli altri membri del team sono i 20 studenti della West Virginia University.
Prima, abbiamo lavorato duramente e anche per cercare gli sponsor: il 14 aprile abbiamo anche partecipato al Forum Università-lavoro organizzato da Alitur dove ci è stata concessa una postazione per pubblicizzare il progetto.
Vorrei sottolineare l’importanza di questa esperienza per noi studenti. È fantastico lavorare in un gruppo formato da vari team, ognuno dei quali è specializzato in un differente campo. Abbiamo la grande opportunità di collaborare con i colleghi americani, che con una cultura e una formazione diversa dalla nostra, più pratica, hanno un modo diverso di lavorare e vedere le cose. Confrontarsi, vedere le cose da nuovi punti di vista e mettersi alla prova: è un’esperienza che ci permette di imparare e crescere, lavorando insieme e preparandoci al mondo del lavoro. Questo è reso possibile anche dall’opportunità di lavorare a stretto contatto con le aziende sponsor.

Ramazzotti: ritengo l’esperienza svolta dagli studenti, nel partecipare al Solar Decathlon US 2015, estremamente positiva. Le ragioni sono queste: si tratta di un percorso didattico che esce dagli schemi tradizionali dell’apprendimento, caratteristici di un corso di Composizione architettonica. Tutto il procedimento è risultato altamente sperimentale, portando in primo piano e valorizzando le responsabilità individuali e di gruppo nell’impostazione e nello sviluppo di una idea di architettura semplice, ma fortemente connotata. Gli studenti sono notevolmente maturati in questi due anni, facendosi promotori di numerosi contatti con il mondo della produzione, utili e necessari ai fini della concreta realizzabilità del loro prototipo. Inoltre sottolineo positivamente il buon livello di interazione con le altre componenti specialistiche dell’ingegneria che il Solar Decathlon richiede e che hanno comportato una continua e costruttiva dialettica tra i vari gruppi di lavoro, sia italiani che americani. Si tratta di un complesso ed eterogeneo programma che va risolto sul piano della forma, del linguaggio, dello spazio. È questo il senso più profondo dell’esercizio svolto dagli studenti; i quali, pur indirizzati e guidati, hanno saputo dare una risposta matura e convincente sul terreno dell’architettura.

Cordiner: Due aspetti da sottolineare: la grande autonomia dei ragazzi e l’interdisciplinarità. I ragazzi dovevano sviluppare l’idea da soli. E così è stato. E questo può considerarsi senz’altro un progetto di ateneo dal momento che gli studenti provengono da diversi corsi di studio: ingegneria edile-architettura, ingegneria energetica, ingegneria meccanica, economia. La ricaduta sul loro progetto formativo è notevole: hanno impegnato molto tempo su una attività che li farà crescere sia professionalmente che dal punto di vista umano.
Un progetto che è davvero hands-on: un folto gruppo di studenti molto motivati che ha affrontato con proprietà un progetto completo in tutte le fasi, dall’idea alla realizzazione. In molti casi con un attività il cui contenuto formativo è stato riconosciuto con crediti da maturare per la tesi. Ci si augura che nella nuova struttura di raccordo possa essere più facile parlare di progetti formativi interdisciplinari.
L’unico aspetto negativo del progetto è stato il poco turn-over tra gli studenti. Chi arrivava cioè al termine degli studi non ha lasciato il progetto. Ma questo forse dimostra il grande attaccamento dei ragazzi a questa idea…
Importante è stato anche il loro intervento nel fund raising: sono stati reperiti sponsor che hanno aiutato nella costruzione della grande vetrata della casa. Un elemento importante: una vetrata senza spigoli che fosse montabile dagli studenti stessi! La casa poi doveva rispondere alle restrittive normative sui terremoti in West Virginia e in California…
Certo, noi puntiamo a fare una ottima gara ma il vincente potrebbe comunque dar luogo a uno spin-off!
Circa due anni fa il nostro ateneo ha partecipato a una precedente edizione di Solar Decathlon. Questa volta, come la scorsa, siamo stati selezionati per arrivare alla seconda fase. Successivamente alla gara, abbiamo sottoposto il progetto alla National Science Foundation USA e lo abbiamo fatto utilizzando la casa come elemento essenziale per l’educazione avanzata, il learning by experience, utilizzando la casa come laboratorio didattico. Un elemento essenziale, da riproporre anche da noi.

Mulone: STILE è un esempio decisamente attraente di progettazione integrata. Ma non si tratta di bellezza fine a se stessa: il design di STILE è anche efficiente.
L’arco multifunzionale è lo stilema principale del progetto: oltre ad essere un elemento architettonico immediatamente riconoscibile, ha funzione di supporto per i pannelli fotovoltaici ed è il motore fondamentale del camino solare, consentendo di instaurare un meccanismo di ventilazione passiva all’interno della casa per ridurre considerevolmente i consumi energetici in alcuni periodi della giornata.
Oltre ai fondamentali aspetti tecnici già richiamati, tengo a sottolineare come gli studenti, in ogni momento del progetto, non si siano mai persi d’animo, e come i diversi approcci alla progettazione (più pratico quello degli studenti americani, più teorico quello degli studenti italiani), siano risultati alla fine efficacemente complementari.
Queste sono a mio parere le caratteristiche vincenti del progetto STILE: auguriamo al team un grande in bocca al lupo!

Info sulla gara: http://www.solardecathlon.gov/